Fico, frutto sacro a portata di albero
Il fico, da alimento quotidiano dei Fenici a frutto sacro per i Romani
La pianta del fico, appartenente alla famiglia delle Moracee, scientificamente Ficus Carica, sembra essere originaria della Siria; diffusasi prima in Cina e India, poi nel Mediterraneo grazie probabilmente ai Fenici che lo avevano reso il principale protagonista della loro alimentazione durante i viaggi; oggi è diffuso in tutto il mondo.
Origini e sacralità del fico
La pianta del fico fece la sua prima comparsa in tempi davvero remoti, tanto che si ritiene essere stata la prima ad essere coltivata, ancor prima di grano e orzo.
Certo è che ne viene fatta menzione sin nei Vangeli dell’Antico Testamento; alcuni studiosi ritengono addirittura che il “frutto” mangiato da Adamo ed Eva non fosse una mela, ma proprio un fico. Gli Egizi la consideravano pianta dell’immortalità e come tale lo veneravano.
Citata da Omero nell’Odissea, da Aristotele e Teofraso come pianta coltivata anzitempo e i cui frutti erano particolarmente ricercati, era ritenuta in gran considerazione tanto che Plinio indica il fico come frutto sacro.
Frutto sacro per i Romani
È nota la sua sacralità ai Romani, insieme alla vite e all’ulivo. In questo caso si fa risalire tale importanza alla leggenda secondo la quale Romolo e Remo vennero trovati e allattati dalla Lupa proprio sotto una pianta di fico, lungo le sponde del Tevere.
Per questo motivo i Romani erano soliti piantare un fico nella piazza principale della città conquistata. Come pianta di buon auspicio si ritiene che fu collocata anche al centro dei Foro Romani.
La coltivazione della pianta del fico
Del fico si hanno due tipologie: quello selvatico (che non produce frutti commestibili) e quello “domestico” (che produce i fichi che mangiamo comunemente).
L’albero di fico è una pianta attiva fin da subito nella produzione di frutta: dopo circa 4 anni può arrivare a produrre 4 chili di frutti; nei casi più abbondanti, in seguito ai 7 anni, raggiunge dai 30 ai 60 chili.
Non ha bisogno di particolari attenzioni; resiste alla siccità ma ha un livello di sopportazione basso agli inverni troppo rigidi: potrebbe essere utile la sua messa a dimora a ridosso di un muro o non troppo esposto nella posizione.
Possiamo coltivare il fico (nano) anche in vaso, ottenendo ottimi risultati in ugual modo.
La raccolta dei fichi
Verdi nel loro primo formarsi, tendono ad assumere sempre di più una colorazione blu-viola; con l’aumentare della maturazione, la buccia si assottiglia divenendo molto delicata. L’albero del fico non raggiunge elevate altezze; fino a 4-5 m con corteccia liscia e rami spesso intricati.
Quello che riteniamo il frutto, il fico, è in realtà un falso frutto; è un’infiorescenza carnosa e zuccherina ed è chiamato siconio; al suo interno si trovano, piccolissimi, i fiori, mentre i frutti veri, sono gli acheni (i semini che percepiamo); intorno ad essi è la parte commestibile, dolce e succosa.
Molte varietà di piante producono fichi due volte l’anno: i primi frutti, detti fioroni, si hanno tra maggio e giugno; i secondi frutti, invece, vengono colti sul finire dell’estate, in prossimità del mese di settembre.
Raggiunge la maturazione in 60/70 giorni; il loro peso è variabile, a seconda dell’essere di primo o secondo fiore.
La raccolta dei fichi è un’operazione molto delicata: deve essere eseguita a mano, staccando ogni frutto con l’intero picciolo, in modo da ritardare il suo deperimento; sarebbe opportuno cercare di non rovinare la buccia.
Nel momento del distacco dall’albero, è necessario fare attenzione al latte che fuoriesce poichè il suo contatto con la nostra pelle potrebbe risultare particolarmente irritante e scatenare reazioni allergiche.
Una volta raccolti, è buona pratica posizionarli in senso verticale, all’interno di un contenitore areato, uno accanto all’altro. Il loro tempo di conservazione è piuttosto breve; di solito prima della vendita, vengono mantenuti in frigoriferi con una temperatura di 4/5 C° e un tasso di umidità del 90%.
Ne esistono oltre cento varietà ma i più comuni sono quelli:
- verdi, è il più comune, dalla buccia sottile;
- viola, è il più succoso e dolce, ma altrettanto delicato;
- neri, è il meno delicato, più asciutto ma ugualmente zuccherino.
I fichi fanno bene?
Come tutta la frutta anche il fico è composto in massima parte da acqua (82%), a seguire, come possiamo ben immaginare, sono presenti gli zuccheri; fibre e in quantità ridotta grassi e proteine. Ricchi di minerali come calcio, potassio, ferro, sodio e fosforo, i fichi contengono anche vitamine
Sono dei frutti particolarmente energici e calorici (47 Kcal per 100 grammi).
Le proprietà benefiche del fico
Gli elementi nutritivi contenuti nei fichi, li rendono dei frutti con una notevole quantità di proprietà; ossa e denti ottengono benefici grazie alla presenza di vitamina A nonché di ferro e potassio.
Il consumo regolare di frutta in tre porzioni al giorno riduce il rischio di problemi alla vista legati all’età. Fibre e mucillagini li rendono particolarmente lassativi, se consumati in numero eccessivo.
Dopo avervi raccontato l’antica provenienza della pianta del fico, vi lasciamo segnalandovi anche questo post in cui troverete qualche suggerimento, come sempre, per utilizzare la nostra genuina frutta in cucina: cosa c’è di meglio del coniugare benessere e gusto?
Immaginavate che questo frutto avesse una storia così antica? Grazie per aver letto questo post. Lasciateci un commento qui sotto, saremo lieti di leggervi.
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