Peperoncino, spezia dell’antichità
Le origini della pianta del peperoncino sono antichissime, risalenti al 5000 a.C.; esistono testimonianze della sua presenza in molte civiltà precolombiane come quelle Azteca, Inca e Maya, da cui proviene, ad esempio, una sua rappresentazione su una stele insieme ad un drago. Reperti archeologici ne indicano la coltivazione come pianta in Messico dove era una delle spezie più utilizzate.
Dall’America in Europa con Cristoforo Colombo
Sembra essere citato in una relazione di viaggio dall’esploratore genovese; nel Vecchio continente il peperoncino si adattò perfettamente alle condizioni climatiche, diffondendosi così anche in Africa e Asia.
La pianta di peperoncino fa parte della famiglia delle Solanacee, del genere Capsicum, a cui appartiene anche il peperone; entrambi presenti sulla nostra tavola durante la stagione estiva.
Semina e raccolta
La pianta del peperoncino è piuttosto facile da coltivare, non ha grandi esigenze e può crescere benissimo sia in orto che in vaso, non ostacolato dalle piccole dimensioni dei frutti. Quello più coltivato in casa è il cayenne, particolarmente abbondante nel raccolto.
La semina è prevista a fine inverno o inizio primavera, mentre il raccolto dei peperoncini inizia in estate e può protrarsi per qualche mese.
Peperoncino piccante: perchè?
Siamo soliti pensare che questa sua caratteristica distintiva dipenda esclusivamente dai semi al suo interno; ciò è sicuramente vero ma il responsabile principale dell’essere più o meno piccante è la quantità di capsaicina contenuta, ovvero il principio attivo di cui i peperoncini sono ricchi su tutta la superficie e non solo nei semi.
Sapevate che esiste una scala di misurazione della loro piccantezza? Ebbene sì, si chiama Scala Scoville, dal nome del suo ideatore che mise a punto questo sistema di misurazione agli inizi del Novecento. Qui potete approfondire l’argomento, se volete.
Tra i peperoncini più conosciuti, dal meno al più piccante troviamo:
- Calabrese, detto diavolicchio, ha una piccantezza media; molto amato, è particolarmente indicato per la lavorazione sott’olio poiché mantiene bene aroma e sapore.
- Jalapeno, di media grandezza, è piccante in modo moderato, si consuma in salamoia o essiccato. Viene coltivato prevalentemente in Messico e nel sud degli Stati Uniti; con la maturazione può assumere un colore che varia dal verde scuro al rosso acceso.
- Habanero, è tra i più piccanti, prodotto in Messico, fu riconosciuto come il più piccante tanto da ricevere il Guinness dei Primati fino al 2006. La sua coltivazione si è poi diffusa anche in Italia (Calabria e Toscana).
- Cayenna, piccante, dalla forma allungata e sottile, deve il suo nome alla città d’origine, la città di Cayenne (dipartimento francese in America meridionale); è una tipologia coltivata in particolar modo in Campania e in Calabria
Il peperoncino fa bene?
I peperoncini hanno numerosi benefici. Poveri di calorie (circa 30 ogni 100 gr), sono costituiti principalmente da acqua e una buona quantità di carotenoidi, capsaicina e vitamine. Tra esse quella maggiormente presente è la vitamina C. Un peperoncino da 10 gr può arrivare a contenere il 30% del fabbisogno giornaliero di vitamina C di un uomo adulto; al contrario, i peperoncini secchi, hanno un contenuto praticamente nullo a causa della perdita di proprietà nutritive durante il procedimento di essiccazione.
Sono ricchi di polifenoli, sostanze antiossidanti che conferiscono loro proprietà benefiche. Risulta utile nella cura di raffreddore, sinusite; stimola il transito intestinale.
Può essere usato anche come antidolorifico in artriti o cefalee. neuropatia diabetica, nevralgie post-herpetiche e del trigemino, sintomi post-mastectomia, cefalea a grappolo.
La lecitina posseduta lo rende un vasodilatatore, rafforzando le coronarie e donando elasticità alle arterie.
Il peperoncino maturo è particolarmente ricco di carotenoidi e sali minerali come potassio, calcio e fosforo. Contiene flavonoidi e i capsaicinoidi, dall’effetto antibatterico (questo dovrebbe far sì che i cibi cotti col peperoncino possano essere conservati più a lungo).
Tradizionalmente lo si ritiene un cibo afrodisiaco ma non esiste nessuna prova a riguardo.
Le sue proprietà sono numerose; tuttavia il suo consumo deve essere personalizzato in base alla tolleranza personale, soggettiva da individuo a individuo. Generalmente ne viene sconsigliato il consumo a coloro che soffrono di acidità di stomaco, ulcera , reflusso gastroesofageo o emorroidi.
Oltre ad essere ricco di proprietà benefiche, il peperoncino è particolarmente apprezzato in cucina; in questo post vi diamo qualche suggerimento su come realizzare un olio piccante e dei peperoncini ripieni.
Mi raccomando, fate attenzione: per sicurezza maneggiate i peperoncini con i guanti e non portate le mani alla bocca e soprattutto agli occhi.
Voi siete degli amanti del peperoncino? Vi dilettate nella sua coltivazione? Lasciateci un commento, saremo lieti di leggervi.
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