Mandarini e clementine: dalla Cina al nostro orto
Ormai mandarini e clementine sono consumati quotidianamente sulle nostre tavole durante l’autunno e l’inverno; ma da dove provengono? Il mandarino ha sicuramente origine in Asia orientale; si ritiene che il suo nome derivi dal colore dei vestiti che appartenevano ai Mandarini, i governanti dell’antica Cina.
La sua coltivazione raggiunse il continente europeo nel XV secolo ma la diffusione vera e propria si verificò dalla seconda metà del 1800, partendo soprattutto dalla Spagna e dal Portogallo.
Varietà di mandarino e ibridi
Il mandarino, il cui nome scientifico è Citrus reticulata, è un albero da frutto che appartiene alla famiglia delle Rutacee (insieme al cedro e pompelmo, è, dunque, l’unico dolce). Il suo nome è riferibile sia alla pianta che al frutto stesso. Tra le varietà di mandarino più comuni troviamo:
- King, di origine orientale;
- Cleopatra, pianta originaria dell’India;
- Tangor, importato dal Marocco;
- Cinese, di origine asiatica e con frutto consumato intero con la buccia.
Mentre gli ibridi sono mandarancio e clementine.
Mandarini e clementine: qual è la differenza?
Per alcuni di noi mandarini e clementine sembrano identici: nella forma, nel colore e nel gusto. In realtà è possibile distinguerli. Entrambi si consumano a spicchi; il mandarino ha un’origine antica, come abbiamo visto. Le clementine, invece, sono molto più recenti e nascono dall’innesto del mandarino su un albero di arancio amaro.
Anche per questo motivo, una delle differenze principali tra mandarini e clementine è l’assenza di semi in esse;
inoltre, al tatto le clementine presentano una scorza meno rigida, più sottile e flessibile rispetto a quella più spessa dei mandarini. Hanno una forma più circolare, tondeggiante mentre i mandarini sono più schiacciati in prossimità dei loro poli.
Il sapore del mandarino è aspro, mentre le clementine sono più dolci, con sfumature che tendono ad avvicinarsi all’equilibrio dell’arancia.
Dal punto di vista nutrizionale sono entrambi ricchi di vitamina C, un eccellente antiossidante. La differenza sta nel contenuto calorico: 53 calorie per 100 g., mentre nei mandarini 47 calorie per 100 g.
Q
uando e dove coltivare il mandarino?
Clima. La sua coltivazione necessita di un clima mite; ha bisogno di essere esposto al sole, preferendo le temperature calde e, soprattutto, è importante evitare le gelate. Un altro nemico di questa pianta è il vento; in presenza di elevate quantità, si è soliti coprire con dei teli la sua chioma.
Terreno. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno ma preferisce quelli sciolti, freschi e permeabili con un’ottima quantità di humus che ne garantisce la fertilità.
Possiamo piantare il mandarino ad inizio inverno. Devono essere scavate delle buche piuttosto profonde e, qualora decideste di piantarne più di uno, è necessario lasciare almeno 4 metri di distanza poiché crescendo la pianta avrà bisogno di spazio. Con inverni molto rigidi tendono a non fiorire o a perdere la maggior parte dei fiori e dei frutti.
É un albero piccolo e sempreverde; il suo arbusto è alto poco più di due metri e, in alcune particolari varietà, può raggiungere anche i quattro. Ha piccole foglie di colore scuro.
La concimazione deve essere effettuata subito dopo la raccolta dei frutti; quella migliore è a base di letame: basterà interrarlo ai lati delle piante; adatti anche i concimi minerali con presenza di solfato ammonico, calciocianamide, fosforo e potassio.
Quando potare il mandarino?
Anche la potatura è un’operazione importante e delicata; dovranno essere eliminati, lungo la stagione invernale, tutti i rami secchi, danneggiati o intrecciati che privano la pianta di energia, luce e aria.
Lo stesso va fatto con i succhioni ovvero i rami alla base del tronco che si originano principalmente dal fusto o da gemme latenti per anni; la loro rimozione è molto importante per la sopravvivenza della pianta.
Il periodo migliore è molto discusso tra gli esperti. Sicuramente i mesi autunnali e invernali non andrebbero considerati poichè in questa fase le piante si trovano in fase vegetativa; il periodo migliore per la potatura è quello tra una fioritura e l’altra, fino a luglio-agosto, in base alla posizione geografico-climatica.
Buona prassi è quella di zappare il terreno circostante almeno tre o quattro volte nel corso dell’anno per evitare accumulo di sporcizia e per smuovere il terreno, permettendo così di idratare e areare le radici.
L’irrigazione deve essere settimanale, evitando gli eccessi per non creare ristagni in prossimità delle radici; in inverno è preferibile evitarle mentre nei periodi di prolungata siccità il mandarino ha bisogno di regolari e costanti irrigazioni poichè solo attraverso una buona irrigazione è possibile ottenere una fruttificazione ottimale con una maturazione dei frutti regolare e produttiva.
Dalla fioritura alla raccolta dei frutti
Generalmente il mandarino fiorisce da febbraio-marzo fino all’estate. Foglie e frutti emanano il caratteristico profumo agrumato. I frutti degli alberi di agrumi sono chiamati esperidi. Essi sono “bacche”, di dimensioni consistenti, protette da una scorza (per le loro differenze vedi inizio del post) detta flavedo, che varia nel colore, dal verde all’arancione.
La buccia, ricca di ghiandole contenenti oli essenziali, procedendo verso l’interno, diventa bianca e spugnosa, amarognola: prende il nome di albedo.
Gli spicchi da cui è costituita la polpa di mandarini e clementine è divisa in spicchi, rivestiti da una sottile pellicola al cui interno si trovano la parte succosa e i semi (assenti in clementine).
La maturazione dei mandarini avviene direttamente sulla pianta e pertanto la raccolta, dall’autunno alla primavera, va effettuata solo quando i frutti hanno raggiunto il giusto grado di maturazione: ovvero quando il colore della buccia passa dal verde all’arancio.
Poichè la buccia è attaccata al picciolo, è preferibile procedere alla raccolta recidendo parte del picciolo, poichè è opportuno evitare che lo strappo causi danni alla parte più esterna che comprometterebbe la conservazione del frutto. Per questo motivo vediamo spesso in commercio mandarini anche con qualche fogliolina attaccata.
Le proprietà di mandarini e clementine
Per quanto riguarda le sostanze nutritive e le proprietà benefiche di questi frutti, vista la loro somiglianza, faremo un discorso unico poiché condividono le stesse proprietà.
Ricchi di sali minerali e vitamine, mandarini e clementine sono rinomati, insieme alle arance, soprattutto per il loro alto contenuto di vitamina C che, come sappiamo, essendo un potente antiossidante, ha numerosi effetti benefici sul nostro organismo.
Con le sue proprietà rinforza il sistema immunitario, eliminando i radicali liberi; a livello cerebrale aumenta i livelli di epinefrina e norepinefrina, combattendo quindi la sensazione di stanchezza.
Le clementine contengono una quantità maggiore di vitamina C rispetto i mandarini. Questa proporzione si ribalta, invece, per il contenuto di fibre, di cui i mandarini sono più ricchi e vincono il confronto anche nella concentrazione di zuccheri; come abbiamo già accennato, sono più calorici rispetto alle clementine.
Altre vitamine contenute sono quelle del gruppo B ed A, oltre al beta-carotene; risulta essere estremamente ricco di sali minerali come ferro, calcio, potassio, sodio, fosforo, zinco, rame, manganese e magnesio; contenuto a livelli considerevoli anche l’acido folico.
ricco anche di fibre, benefiche a livello intestinale poichè facilitano la digestione. L’alta percentuale di acqua di cui sono costituiti questi agrumi, favorisce, insieme alla presenza di Vitamina P, la diuresi. Infine il mandarino contribuisce anche nel regolare la pressione arteriosa e nell’abbassare il colesterolo, proteggendo dalle malattie cardiache.
Il mandarino contiene anche limonene, un altro importante antiossidante che, contrastando i radicali liberi, contribuisce a rendere più elastica e morbida la pelle; l’essenza di olio di mandarino è spesso utilizzato nella cosmesi.
Mandarini in cucina
Liquore al mandarino
Per preparare due bottigliette di questo liquore, chiamato anche Mandarinetto, tipico della tradizione siciliana e ottimo digestivo dopo i pasti, vi occorreranno:
- Mandarini 10;
- Alcol per uso alimentare 500 ml;
- Acqua 500 ml;
- Zucchero 400 ml;
Laviamo per bene i mandarini e li asciughiamo; peliamo le bucce facendo attenzione a non inglobare anche la parte bianca che risulterebbe amara.
Lasciamo macerare le bucce nell’alcol, all’interno di una ciotola che copriremo con la pellicola e lasceremo riposare 1 settimana al buio.
Trascorso questo tempo stabilito, prepariamo lo sciroppo sciogliendo zucchero ed acqua sul fuoco, girando e portando ad ebollizione per qualche minuto.
Lasciamo poi raffreddate quanto ottenuto e successivamente lo trasferiamo nella ciotole con le bucce. Mescoliamo e filtriamo per togliere queste ultime.
Imbottigliamo il liquore che potrà essere consumato dopo almeno un mese. Poichè utilizziamo le bucce, è opportuno che i mandarini siano biologici o non trattati.
Mandarini Canditi
In prossimità delle festività natalizie la frutta candita fa sempre parte delle nostre tavolate in famiglia. Per realizzare degli ottimi mandarini canditi ci serviranno solamente:
- Mandarini non trattati 250 g;
- Acqua 500 ml;
- Zucchero 500 g.
- Bicarbonato q.b.
Laviamo accuratamente i mandarini con acqua e bicarbonato, asciughiamoli e tagliamoli a fette di circa un cm di spessore.
In una pentola versiamo l’acqua e facciamo sciogliere circa 130 g. di zucchero; portiamo a bollore poi versiamo i mandarini al suo interno e riportiamo il tutto a bollore. In seguito lasciamo raffreddare per 24 ore.
Il giorno seguente ripetiamo questi passaggi, aggiungiamo altri 130 g. di zucchero nello sciroppo, nuovamente portiamo a bollore e lasciamo raffreddare. Continuate anche i giorni successivi, ripetendo queste operazioni.
L’ultimo giorno, dopo aver fatto bollire mandarini e sciroppo, scolateli ma conservate il liquido. Disponeteli su una griglia in metallo e spennellateli con lo sciroppo: fino ad utilizzarlo del tutto, procedete ogni 45 minuti circa. Lasciate che le fette di mandarino si secchino sulla griglia in un luogo asciutto e fresco per 24 ore.
Torta al mandarino
Per realizzare questa soffice torta dal gusto e dal profumo agrumato vi serviranno questi ingredienti, per uno stampo del diametro di 24 cm:
- Uova 3;
- Zucchero 150 g;
- Farina 210 g;
- Lievito per dolci 1 bustina;
- Mandarini 5;
- Olio di semi 50 ml;
- Essenza di vaniglia 1 cucchiaino.
Laviamo i mandarini e grattugiamone la buccia; poi spremiamoli per ottenere il succo, ne servirà circa 100 ml. I restanti frutti sbucciateli e tagliateli. In una ciotola capiente montate le uova con lo zucchero fino a rendere spumose; poi a filo aggiungiamo l’olio, il succo e la vaniglia, proseguendo nel montare l’intero composto.
Mescoliamo la farina, il lievito e la buccia grattugiata; uniamola poi al composto fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Foderate lo stampo con della carta da forno, posizionando alla base le fette di mandarino. Versate l’impasto e cuocete la torta in forno statico a 180° per 40 minuti. Non appena sarà cotto, lasciatelo raffreddare, capovolgetelo sul vostro piatto da portata. Se volete, spolverizzatelo con zucchero a velo.
Infine, passando ai secondo piatti, con il succo di mandarino potrete realizzare una raffinata e gustosa portata di pesce: Involtini di orata con gamberi al mandarino di cui trovate qui la ricetta dettagliata.
Vi piacciono mandarini e clementine? Quali preferite tra i due? Grazie per aver letto questo post. Lasciateci un commento qui sotto, saremo lieti di leggervi.
Presso la Trevi srl troverete un ampio assortimento di questi dolci frutti. Veniteci a trovare, vi aspettiamo insieme a tutti i nostri prodotti, sempre freschi. Ci troviamo a due passi dalla Fontana di Trevi.